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Curiosita'

La Zona del Corno alle Scale

di Alessandra Biagi

Vallata Est del Corno alle Scale
Vallata Est del Corno alle Scale

La toponomastica, questa maltrattata… I nomi di luogo ci accompagnano sempre nella vita, negli spostamenti, nell'abitare. E molti sono pronti a spiegare perché un luogo ha un determinato nome: "Si chiama così perché me l'ha detto il nonno!", oppure: "Sono sicurissimo, perché lo dice la mappa del Catasto!".
In realtà non è così semplice: i nomi di luogo sono frutto, quasi sempre, di un'accurata osservazione del luogo stesso, delle sue caratteristiche; per questo, in molti casi, sono estremamente antichi, certamente più del nonno o del Catasto. Inoltre, proprio nelle carte per così dire "ufficiali" si trovano a volte discrepanze con il vero nome di un luogo, italianizzato o burocratizzato in maniera violenta senza tener conto delle denominazioni popolari, più antiche, come ho detto, della burocrazia. Proprio perché i nomi di luogo ci appartengono così tanto, sembrerebbe facile spiegarne l'origine; ma ecco il tranello: magari si fa ricorso a complicate disquisizioni di linguistica applicata o a riferimenti storici riguardo a fatti che sono accaduti a molti chilometri di distanza o a molti anni di distanza; magari si fa riferimento ad origini greche o latine (mi viene sempre in mente il "latinorum" di don Abbondio) che a volte ci possono anche stare, ma non sempre, e appaiono perciò piuttosto improbabili in un ambiente montano lontano da tutto.
Insomma, non è facile per niente, contrariamente a quello che si potrebbe pensare. Per questo ho voluto accingermi a quest'impresa semiseria, semiseria perché non è il mio campo di studio ma mi piace la sfida; poi è notorio che mi annoio senza fare nulla. Ho ritenuto importante almeno elencare i nomi di luogo, anche facendo riferimento a documenti antichi, e analizzarli in modo scanzonato, certamente senza prendermi sul serio.

Pianaccio infossato nella valle del Rio Bagnadori
Pianaccio infossato nella valle del Rio Bagnadori

Qui alcuni articoli da me pubblicati a suo tempo sulla rivista del Rugletto dei Belvederiani "E… Viandare" ma qui rivisti e integrati, oltre a una parte tutta nuova sui luoghi che allora erano rimasti fuori da quella piccola analisi informale. L'ordine in cui compaiono le località è lo stesso della pubblicazione su "E… Viandare". Ho tradotto gran parte dei toponimi, pensando a chi non conosce il nostro dialetto con tutte le sue varianti. Un ringraziamento sentito va all'amico professor Augusto Ancillotti dell'Università di Perugia, glottologo di fama internazionale ma, nonostante l'imponente curriculum, estremamente cauto riguardo alla toponomastica…
Diverse delle interpretazioni dei nomi di luoghi belvederiani sono sue e io me ne sono abbondantemente servita, con il suo permesso, s'intende, come è ovvio che gli eventuali sproloqui sono solo da attribuire a me. Poi grazie a tutti coloro che mi hanno fornito informazioni, a partire da mio padre Romeo, con cui quasi per gioco ho cominciato a parlare dei nomi di luogo a Vidiciatico in un lungo pomeriggio d'inverno; Giorgia Lanzi Farneti e Roberto Lanzi per Farne'; Berta Polmonari Baldo per Poggiolforato; Benito Biagi e Franco Franci per Pianaccio; Anna Farneti Veronesi e Giuseppe Poli per La Ca'; Ilario Fioresi, Gabriella Guerrini, Clara Gandolfi e Guido Castelli dei Fiocchi per la Querciola; Gianni Castelli, Ines Corsini Castelli, Gina Lelli Vignali, Arturo Lelli e Alfonso Vignali per Rocca Corneta; Franco Torri e Sergio Tamarri per Lizzano. Un ringraziamento postumo va anche a Carolina Palmieri dei Ronchi, per la zona di Gabba e Grecchia. E grazie a Luciano Lenzi, nostro Presidente Onorario, sempre pronto a mettermi bonariamente alla prova.

                                                       


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