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ProLoco Pianaccio

PRO LOCO PIANACCIO

Curiosita'

PIANACCEIDE

di Gg

Belli i tempi quando ero ragazzo,
e gli alberi erano più verdi e l'acque più chiare.
Non dispiacerà diventar vecchio
a me ch'ebbi fortuna di passar la parte
giovanil di mia vita fra quei monti aspri
e quelle vette, che al petroso
Pianaccio fan corona.

Strana contrada allora, al termine
d'ogni via praticata, ed alla quale
solo chi lo volea vi pervenia.
Ricca d'acque, di boschi e di aspre rocce
e per caso, di spiriti burloni, saggi e faceti,
c'avean sentenza arguta
per ogni circostanza.

E richiamarti forse da codesta fermentata atmosfera,
altri vi perveniano di altre terre,
sì che non v'era alcun, anche se sol per poco tempo stesse
che non mostrasse sua particolare dote o difetto.
E burle atroci, e scherzi, e canti al fuoco,
e conversari, e corse a perdifiato, e notti insonni.
Scherzi villani e gesti e fatti
di sincera amicizia e umanità.

Ferma e immutabile la Montagna stava là.
Ed era quasi benigna Deità di roccia.
Le sue mura di arenaria grigia
al sol, pareano scale di giganti.
E l'altre intorno ricoperte di foreste e di prati
fra scroscianti torrenti e biancheggianti pietraie,
le rendeano omaggio.

Ai sensi e agli occhi di colui che guarda per vedere,
molte cose cambiarono.
Schiavo pur io di numeri e di sogni, e d'alchimie di parole,
come tanti altri ho preso strade diverse,
che gli uomini han voluto e che d'umano hanno ben poco.

Sulla Bonaccia il fòco più non brilla per me,
ne s'ode del gufo il verso
o il mormorio del fiume Silla.

Non mi dispiacerà diventar vecchio.
a me ch'ebbi la fortuna di passar la parte
giovanil di mia vita fra questi monti
aspri e quelle vette, che al petroso
Pianaccio fan corona.

 



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